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Ambre Singh - Un viaggio artistico e virtuale

Prefazione

Un giorno, un cliente mi chiese di esplorare nuove possibilità per l'insegnamento delle lingue online. Era il 2006 e i sistemi di e-learning erano in piena espansione, ma assomigliavano troppo ai metodi venduti nelle librerie: raccoglitori e CD in una bella scatola di cartone. Ero alla ricerca di soluzioni originali che fossero il più possibile coinvolgenti.

È così che ho scoperto i mondi virtuali - il Metaverso, come veniva chiamato all'epoca.

Abbiamo sentito parlare molto del Metaverso da quando Mark Zuckerberg si è appropriato del concetto, ritenendolo il futuro di Facebook. Il termine è apparso per la prima volta nel 1992, in Snow Crash, un libro di fantascienza di Neal Stephenson. L'autore descrive un futuro in cui gli esseri umani vivono contemporaneamente in due mondi: quello fisico e quello virtuale, un'evoluzione di Internet creata dai suoi abitanti: il Metaverso.

Esistono molti mondi virtuali in 3D. Second Life è uno di questi; originariamente ispirato al Burning Man, è una comunità che crea il proprio mondo. Si presta alla creatività, agli affari e all'istruzione. C'è tanta intelligenza e tanta stupidità qui come nel resto di internet. Per me è l'ambiente creativo preferito per inventare, illustrare e mettere in scena storie.
Quando sono arrivato, la comunità virtuale di Second Life aveva appena 3 anni, ma offriva già tutti gli strumenti necessari per creare una scuola di lingue virtuale. L'accesso a SL (Second Life) era - ed è tuttora - gratuito: creavi un account, un avatar e iniziavi a muoverti in un mondo 3D costruito dai suoi abitanti. Già allora potevi creare un edificio, aule, un anfiteatro, ospitare gruppi e chat, mostrare immagini e filmati - in breve, creare e gestire una scuola.
Sono rimasto subito colpito dal potenziale creativo di Second Life, anche se i miei primi passi in questo mondo virtuale sono stati sconcertanti: a differenza dei videogiochi in cui ci si muove in uno scenario prestabilito, Second Life offre una libertà totale. Letteralmente: ognuno crea il proprio aspetto, decide dove andare, chi incontrare e cosa creare.

Mi sono subito orientato e ho iniziato la mia indagine. Ho visitato ogni tipo di luogo, molti dei quali improbabili. Giardini botanici, parchi di divertimento, riserve di allevamento di draghi, quartieri ombreggiati, aree commerciali e, sì, i centri direzionali di aziende molto conosciute nel mondo reale. Ad esempio, un famoso marchio automobilistico stava mostrando dei prototipi; una banca svizzera aveva aperto una piccola filiale; e ancora meglio, un'importante azienda di reti informatiche stava sperimentando un centro di formazione professionale, con l'idea di far risparmiare ai suoi dipendenti i costi di viaggio e di albergo. Ho persino scoperto un progetto per una scuola di lingue virtuale.

Armato di tutte queste informazioni, ho elaborato un progetto per il mio cliente, ma alla fine non ha accettato le mie proposte. Ma è stato indirettamente grazie a lui che ho intrapreso questa esplorazione. Vorrei ringraziarlo per questo. L'avventura virtuale e artistica di Ambre Singh poteva ora iniziare.

Ma prima di lasciarle il posto, alcune riflessioni sul Metaverso e sulla natura della realtà.