Dopo anni di guerra e di insensata occupazione dell'Iraq, apprendiamo che la Polonia e la Gran Bretagna ritireranno le loro truppe e che, dopo la vittoria democratica di inizio mese negli USA, anche gli Stati Uniti sembrano preparare la loro uscita.

La situazione non è più felice in Israele e Palestina. O altrove, più vicino a noi, nelle nostre cosiddette nazioni civilizzate.

In effetti, ci troviamo di fronte a un grosso problema di identità, sia essa nazionale, regionale o religiosa. Ognuno difende il proprio sistema.

Mentre riflettevo su questi strani pensieri, mi sono venuti in mente i problemi che i primi astronauti hanno dovuto affrontare nello spazio, durante i soggiorni prolungati. Hanno perso gradualmente la testa. Finirono per non sapere come si chiamavano, nel senso letterale del termine.

Alla fine abbiamo capito cosa stava succedendo: lontana dai campi magnetici della Terra, la coscienza tendeva a sfilacciarsi, a non tenersi più insieme. Dovevamo ricreare le condizioni magnetiche nelle capsule in modo che gli astronauti non dimenticassero di essere russo-americani, cristiani, scienziati, donne o uomini, o forse semplicemente umani.

Ho quindi un messaggio per i nostri amici scienziati: invece di migliorare costantemente l'efficacia delle bombe a grappolo, lasciate che svolgano ricerche sull'annullamento localizzato dei campi magnetici. Potremmo iniziare i test sui campi di battaglia che vedono contrapposti diversi nazionalisti o in aree infiammate da conflitti religiosi o tribali.

Una volta dimostrata l'efficacia, potremmo realizzare un modello di grandi dimensioni, con una versione planetaria.

Dopotutto, tutte le nostre idee su noi stessi non solo sono state fonte di infiniti problemi fin dall'alba dei tempi, ma sono anche delle pure illusioni di percezione...

Potrebbe esserci una strada da percorrere, cosa ne pensi?